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Ultimo aggiornamento: 24 ottobre 2013 |
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Nota critica di Francesca Sacerdoti GIOVANNA NOIA
Giovanna Noia racconta …fiabe, storie al confine tra il reale e l’immaginato, tra il vissuto ed il sognato, in una girandola di personaggi fantastici su sfondi dai toni carichi e densi.
I bambini sono i soggetti, ma non visti con gli occhi dei grandi, bensì attraverso una visione infantile in quanto assolutamente priva di filtri, di contaminazioni; occhi innocenti su sentimenti veri. Così fuoriescono ed invadono le tele, non solo gioia e stupore, ma anche paura ed incomprensione, bontà e cattiveria, quei moti dell’animo di cui solo i fanciulli e gli animi puri sono portatori inconsapevoli ed incoscienti.
Traspare chiaramente, attraverso questi lavori, una forza magnetica che attrae, canalizza l’attenzione dell’osservatore; l’artista ci fornisce una chiave di lettura che si esplica attraverso una sapiente figurazione dei personaggi, ci concede di re-immergerci in quelle atmosfere fiabesche che hanno accompagnato il nostro passato, ci conduce quasi per mano attraverso i tempi dell’infanzia, di ciò che essa rappresenta nel nostro attuale vissuto.
Emozioni passate che contestualizzano il nostro presente: dalle fobie, alla paura dell’abbandono, alla gioia di un dono, all’amore incondizionato e quindi fuori controllo.
Giovanna Noia “imprime” nei suoi personaggi quel senso di angoscia che caratterizza gli anni della crescita e delle scoperte, non sempre piacevoli. Ogni tela è un’intera fiaba con la sua atmosfera, con le sue caratteristiche ma priva di dictat che impongano una morale.
Le grandi dimensioni dei suoi lavori incitano a perdersi in questi mondi dai colori “ vischiosi” che intrappolano, non consentono via di fuga allo sguardo; i suoi personaggi , raffigurati con sapiente maestria, parlano parole alle volte non volutamente percepibili…si rimane lì, immobili ad osservare, a tentare di capire qualcosa di noi attraverso la regia di quest’artista che possiede l’innata capacità di far rivivere il nostro passato, qualunque esso sia.
Francesca Sacerdoti
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